Dokument-Nr. 1094
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
München, 10. November 1922
Regest
Wie Pacelli Gasparri in seinem verschlüsselten Telegramm Nr. 415 vom 30. Oktober 1922 schon angekündigt hatte, trat der bayerische Ministerpräsident von Lerchenfeld zurück. Grund dafür war der eskalierte Konflikt mit dem Reich wegen des Gesetzes zum Schutze der Republik vom 21. Juli 1922 gewesen, der zu einer heftige Kampagne der Mittelpartei und der Nationalsozialisten – die letzteren seien eine Art Faschisten unter der Führung Hitlers – gegen Lerchenfeld geführt hatte. Die Zeitung "Deutsche Wohlfahrt" nutzte sogar eine private Affäre die Ehefrau Lerchenfelds betreffend zur Schwächung des Ministerpräsidenten aus. Karl Mayer, Staatsrat im bayerischen Justizministerium, dem die BVP die Präsidentschaft angetragen hatte, lehnte diese ab. Zum neuen Ministerpräsidenten wurde schließlich Eugen Ritter von Knilling gewählt. Pacelli schildert kurz dessen Lebenslauf und lobt drei Artikel desselben über die Beziehungen zwischen Kirche und Staat in der Auseinandersetzung mit dem ehemaligen Ministerpräsident Hoffmann, die 1920 in der "Allgemeinen Rundschau" veröffentlicht worden waren. Der Nuntius zitiert auch einige Worte aus der Einführungsrede von Knillings im Landtag, wo dieser von der Aufrechterhaltung enger und guter Beziehungen mit dem Heiligen Stuhl und von der Hoffnung sprach, dem Abschluss der Konkordatsverhandlungen entgegenzugehen. Diesen Wunsch erwiderte Pacelli ihm gegenüber anlässlich dessen offiziellen Besuchs; von Knilling versicherte seinerseits dem Nuntius seine Bemühungen. Die größten Sorgen des neuen Ministerpräsidenten seien auf jeden Fall die Geldentwertung und die Preiserhöhung, die besonders in Nord- und Mitteldeutschland zu Unruhen führen könnten, sowie Aktionen der Nationalsozialisten in Bayern.Betreff
Dimissioni del Conte v on Lerchenfeld – Nomina del Dr. von Knilling a Presidente del
Consiglio dei Ministri in Baviera – Trattative concordatarie
Come ebbi già l'onore di prevenire l'Eminenza Vostra Reverendissima col mio rispettoso cifrato N. 415 del 30 Ottobre scorso, il Sig. Ministro Presidente Conte von Lerchenfeld si è trovato nella necessità di dare le sue dimissioni. L'opposizione, che sin dal principio avevano mossa contro di lui i gruppi nazionalisti, – dalla Mittelpartei sino a così detti socialisti-nazionali (Nationalsozialisten), specie di fascisti guidati dall'Hitler, – si era fatta in questi ultimi mesi sempre più acuta, massime in occasione del conflitto della Baviera col Reich a causa della legge per la difesa della Repubblica. Gli avversari del Conte Lerchenfeld non si sono anzi peritati di valersi nella lotta politica di un affare puramente personale riguardante la di lui
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Consorte. L'accusa, di cui si cominciò a discorrere segretamente sin
dall'Aprile o dal Maggio scorso, venne pian piano a spargersi, se ne fecero allusioni nella
stampa, poi chiari accenni in pubbliche assemblee, finché un foglio, intitolato Deutsche Wohlfahrt e che venne largamente diffuso (Allegato I), parlò apertamente della cosa, coll'indicazione dei nomi e colla citazione
degli Atti del processo.Dopoché il ritiro del Conte von Lerchenfeld rimase definitivamente deciso, il partito popolare bavarese risolse di dargli per successore il Consigliere di Stato nel Ministero della Giustizia Sig. Meyer, che però non volle accettare l'incarico. Allora, in seguito a molte discussioni, la scelta cadde sul Dr. Eugenio von Knilling, il quale, come mi son fatto un dovere di significare col successivo cifrato N. 416, è stato eletto dal Landtag bavarese nel pomeriggio di ieri l'altro 8 corrente con voti 86 (dati dai tre partiti dell'attuale coalizione – Bayerische Volkspartei, Mittelpartei e Bauernbund) contro 143.
Il nuovo Presidente del Consiglio dei Ministri, nato in Monaco nel 1865, percorse, dopo compiuti gli studi giuridici, la sua carriera come funzionario dello Stato, finché nel 1912 venne nominato Ministro del Culto, ufficio che egli ritenne sino alla caduta della Monarchia nel Novembre del 1918.
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Cattolico di
nascita, egli non era tuttavia fervido praticante della religione e seguiva principi
piuttosto liberali; però dopo la rivoluzione egli ha mutato le sue tendenze ed ha aderito al
partito popolare bavarese. Nel Febbraio-Marzo 1920 pubblicò anzi sul periodico cattolico
Allgemeine Rundschau tre notevoli articoli circa i rapporti fra Chiesa e Stato in Baviera ed il futuro
Concordato, nei quali combatté le idee esposte dall'allora Ministro Presidente socialista Sig. Hoffmann, e nel discorso-programma tenuto ieri al Landtag ha
detto: "Il mantenimento di strette e buone relazioni colla S. Sede corrisponde ad una
tradizione bavarese. Esso mi starà doppiamente a cuore nel momento attuale, in cui spero che
noi siamo vicini alla conclusione delle trattative concordatarie" (Allegato II).Nella visita ufficiale che il Sig. von Knilling mi ha fatto stamane, non ho mancato di rappresentargli quanto vivo sia il desiderio del S. Padre e dell'Eminenza Vostra di vedere una buona volta condotti a termine i negoziati medesimi; ed egli, nel pregarmi di umiliare all'Augusto Pontefice i suoi devoti omaggi, mi ha assicurato che farà tutto quanto è da sé per il raggiungimento di questo scopo. – Ha poi accennato alle gravissime difficoltà, cui
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il Governo va incontro
nell'imminente inverno a causa dell'abbassamento della valuta tedesca
e degli enormi aumenti dei prezzi, che potranno facilmente cagionare, massime nella Germania
del Nord e del Centro, torbidi ed agitazioni. Ha parlato anche delle voci, che corrono in
questi giorni, di prossimi colpi di mano, specialmente da parte dei socialisti-nazionali, in
Baviera, e, pur ammettendo che esiste un qualche pericolo a tale riguardo, ha mostrato
fiducia nella forza di cui il Governo dispone per far fronte ad ogni
eventualità.Chinato umilmente al bacio della Sacra Porpora, con sensi di profondissima venerazione ho l'onore di confermarmi
Di Vostra Eminenza Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Pacelli Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico