Dokument-Nr. 11807
Pacelli, Eugenio
an Gasparri, Pietro
[München], 02. Mai 1921
Regest
Pacelli berichtet über seine Berlinreise vom 29. und 30. April. Reichskanzler Konstantin Fehrenbach machte gegenüber Pacelli deutlich, dass ein Scheitern der Verhandlungen über die Reparationsfrage mit der Entente den Rücktritt seines Kabinetts zur Folge haben würde. Fehrenbach ging auf die vatikanischen Bemühungen für eine Vermittlung der Vereinigten Staaten von Amerika in der Reparationsfrage ein und wollte von Pacelli den eigentlichen Grund der Absage seitens des Vatikans erfahren, wobei er die Indiskretionen in der Presse anführte. Da der Nuntius in dieser Angelegenheit weder involviert noch darüber informiert war, konnte er lediglich eine ausweichende Antwort geben.Mit Reichsaußenminister Walter Simons sprach Pacelli vorwiegend über das neue Werk des SPD-Politikers Philipp Scheidemann "Papst, Kaiser und Sozialdemokratie in ihren Friedensbemühungen im Sommer 1917". Der Jesuit Franz Rauterkus stimme mit Scheidemann dahingehend überein, dass das Buch in Deutschland große Anerkennung für die päpstliche Friedensinitiative hervorgerufen habe. Auch wenn das Werk nach Pacellis Einschätzung im Wesentlichen korrekt ist und auf authentischen Quellen beruht, benennt er einige Ungenauigkeiten und korrigiert diese.
Der Nuntius schildert die Schwierigkeiten, die die Bildung der neuen Regierung in Preußen bereitete. Die Zusammensetzung der Minderheitsregierung bedeutet seines Erachtens für die Kirchenpolitik in Preußen nichts Beruhigendes. Dem preußischen Ministerpräsidenten Adam Stegerwald, einem Katholiken, gegenüber erklärte er, dass der Heilige Stuhl seiner Einschätzung nach an einem Preußenkonkordat, wie es dem preußischen Kultusminister Carl-Heinrich Becker, einem liberalen Protestanten, vorschwebe, kein Interesse habe. Er führte aus, dass es besser sei, kein Konkordat abzuschließen als eines, das die Kirche einschränke, ohne ihr Vorteile zu verschaffen. Außerdem verwies er darauf, dass das Fehlen eines Preußenkonkordats für das Reich, beispielsweise bei Forderungen der Entente im Umfeld der Diözesanzirkumskription – wie im Saarland –, ungünstig ausgehen könnte. Pacelli schlägt vor, die Reichsregierung in diesem von ihm selbst herbeigeführten Zustand der Unsicherheit zu lassen.
Betreff
Viaggio a Berlino – Tentativo di mediazione della S. Sede fra l'Intesa e la
Germania – Opuscolo di Scheidemann – Il nuovo Ministero prussiano ed il Concordato


Alle ore 11 antim. mi recai a far visita al Sig. Cancelliere




Il Sig. Fehrenbach passò poi subito a parlarmi del tentativo di mediazione



139v
Apostolico di Washington la S. Sede
medesima aveva appreso da parte del Senatore Mac Cormick







140r
burgo (Baden), di guisa che il Consiglio dei Ministri
del Reich si riunì per trattare la questione soltanto il Martedì susseguente
12 Aprile, ed il giorno dopo Mercoledì fu fissata la risposta, la quale venne subito
trasmessa telegraficamente al Sig. von Bergen. Essendo però avvenuti degli errori nella
cifra, il sullodato Ambasciatore dové chiedere schiarimenti al Governo, di guisa che la Nota
non fu potuta consegnare all'E. V. se non il Sabato. Intanto, la mattina del
giorno susseguente alla decisione del Gabinetto, ossia il Giovedì, la Germania



140v
della S. Sede (Allegato
I). Infatti, secondo un rapporto del Sig. von Bergen,
V. E. (pur non menzionando la Germania) avrebbe dichiarato essere alla
S. Sede impossibile di continuare la intrapresa iniziativa, mentre tutto era già stato
divulgato dalla stampa. In seguito si è invece da alcuni affermato che la vera causa del
rifiuto della S. Sede deve essere ricercata non già nelle predette indiscrezioni, ma in
altri motivi. A tale riguardo (soggiunse il Sig. Fehrenbach) si è in modo particolare
falsamente asserito che il Governo del Reich, mentre era in corso la mediazione della
S. Sede, cercasse anche per altre vie di trattare coll'America, e si è accennato in
proposito specialmente a quattro finanzieri americani, i quali si trovano in Berlino
soprattutto per affari economici, sebbene si occupino poi anche di politica. Tale (preteso)
scorretto procedimento del Governo di Berlino insieme al ritardo della risposta avrebbe
provocato il malcontento della S. Sede ed il conseguente rifiuto di proseguire la sua
azione. A questo punto il Sig. Cancelliere mi chiese quale era stato [sic] in realtà la
causa del rifiuto stesso; ma, non avendo io ricevuto dalla S. Sede alcuna informazione
su tutto questo affare, dovetti ricorrere ad una risposta
141r
evasiva, ed allora il Sig. Fehrenbach mise la massima
cura ad affermare, non solo come Cancelliere ma altresì come cattolico – membro del Centro
A complemento di quanto sopra, ho l'onore d'inviare qui accluso un articolo della Germania (N. 215), nel quale questo giornale si difende contro le accuse del Dr. Simons (Allegato II).
A mezzodì di quello stesso giorno, terminata la visita al Cancelliere, mi recai dal più volte menzionato Ministro degli Esteri, il quale, dopo avermi confermato la surriferita dichiarazione del Sig. Fehrenbach, m'intrattenne sulle recenti indiscrezioni intorno all'azione pontificia per la pace



141v
di senza indugio annunzio all'E. V. con telegramma cifrato (senza numero) da Berlino, ed ora mi do premura di
spedirne qui unito un esemplare (Allegato III). Il
Dr. Simons mi disse che invano aveva tentato, prima per mezzo dell'ex-Cancelliere socialista






142r
il Segretario di Stato von
Kühlmann
È perciò che il P. Rauterkus S. J.

Sostanzialmente vero perché elaborato su documenti autentici, l'opuscolo dello Scheidemann non è tuttavia scevro di inesattezze. Nel Capitolo "Des Kaisers



142v
hanno così evidentemente il carattere di una ridicola
invenzione, che non poteva attendersi da Mons. Pacelli che egli ritenesse necessaria
una seria smentita a simili affermazioni." Occorre inoltre distinguere nella visita, che io
feci all'Imperatore in Kreuznach per ordine della S. Sede, due parti. La prima,
ufficiale, fu il colloquio, che ebbe luogo prima del pranzo e nel quale parlai al Kaiser in
favore della pace nel senso delle istruzioni impartitemi e poi in modo
speciale contro le deportazioni
143r
Così, ad
esempio, io non espressi in nessun modo "il timore che la 'piazza' avrebbe aggredito il
Papa, qualora l'Inghilterra e quindi anche l'Italia avessero perduto la guerra". Ad ogni
modo ho creduto conveniente di richiamare l'attenzione del Sig. Ministro degli Esteri
sul carattere fantastico di tutto questo racconto.L'altro Capitolo, ben più importante, della pubblicazione dello Scheidemann, intitolato "Diplomatie im Kaiserreich", riguarda la parte propriamente diplomatica sino alla risposta della Germania


143v
Commissione d'inchiesta e, dopo aver
rilevata la delicatezza del medesimo, ho vivamente pregato il Dr. Simons ad impedirne
la pubblicazione integrale; cosa che egli mi ha promesso ripetutamente, in quanto tuttavia è
possibile per i documenti di quel periodo, di cui si impadronirono e presero copia i
socialisti dopo la Rivoluzione
La mattina seguente fui a visitare il Presidente del Consiglio dei Ministri prussiano


Come è noto all'E. V., il nuovo Gabinetto prussiano si è costituito in mezzo a difficoltà straordinarie. Le elezioni





Immediatamente dopo le elezioni il Centro dichiarò di non poter far parte di una coalizione, in cui non entrasse il partito popolare tedesco


144r
rimasero
irremovibili nella loro determinazione. Restarono quindi tre possibilità di soluzione: o
formare un Governo basato sulla maggioranza borghese, compresi i tedesco-nazionali
In tal guisa il compito di formare il nuovo Ministero fu affidato al Centro, come partito medio tra il democratico ed il popolare tedesco. Il Sig. Stegerwald, cattolico, noto capo del movimento operaio







144v
Per ciò che riguarda il trattamento delle questioni ecclesiastiche, la situazione creata dal suaccennato cambiamento nella compagine ministeriale non può dirsi del tutto rassicurante. Un Gabinetto di minoranza, che avrà a lottare con gravi ostacoli ed opposizioni provenienti da destra e da sinistra, e ad ogni nuovo cimento dovrà temere che l'equilibrio politico così faticosamente costituito venga a crollare, è obbligato, se non vuol cadere in brevissimo tempo, a fare una politica di circospezione e di compromessi, la quale, se allontana il pericolo di leggi apertamente persecutrici, non lascia tuttavia facilmente sperare per la Chiesa positivi vantaggi. L'annunziata abrogazione degli ultimi residui della vecchia legislazione del Kulturkampf

Il nuovo Ministro dell'Istruzione e del Culto prussiano, Dr. Becker

145r
rio di Stato egli
ha costituito la forza motrice del Ministero dell'Istruzione e del Culto e, grazie alla
grande affinità di idee tra lui e l'ex-Ministro socialista Haenisch







È perciò che nella conversazione avuta col Signor Stegerwald (come anche in un colloquio col relatore nel Ministero degli Esteri Prof. Delbrück

145v
con ogni chiarezza che (pur prescindendo dalla
considerazione essere preferibile – ad eccezione della Baviera, per la quale militano
particolarissime ragioni storiche – la conclusione di un Concordato unico per tutto il
Reich), qualora le anzidette materie non venissero incluse nel Concordato con
soddisfacenti garanzie per la Chiesa, la S. Sede non avrebbe, a mio avviso, alcun
interesse alla conclusione del medesimo. Offrendo infatti già la Costituzione del Reich

146r
per mutamenti nella circoscrizione delle diocesi il
validissimo argomento di esserne impedita dal Concordato. Ho toccato questo punto, perché mi
consta che il Governo germanico è vivamente preoccupato per la questione
della Sarre
Dopo di ciò, chinato