Dokument-Nr. 13
Pacelli, Eugenio
an Gasparri, Pietro
München, 19. Mai 1923
Regest
Pacelli berichtet von seinen Gesprächen mit deutschen Politikern und mit Diplomaten der Siegermächte über die Reparationsfrage. Er sprach mit Reichskanzler Cuno, Außenminister von Rosenberg und Arbeitsminister Brauns, die er als ausgesprochen niedergeschlagen erlebte. Um in der Reparationsfrage weiterzukommen, schickte die Reichsregierung Unterhändler nach London und Paris. Cuno ist jedoch, wie er selbst erklärte, durch seine bisherigen Erklärungen gebunden und kann den Siegermächten weder höhere Summen noch ein Ende des passiven Widerstands in Aussicht stellen. Pacelli stellte im Gespräch klar, dass er die Hoffnung Brauns' nicht teilt, wonach der britische Außenminister Curzon oder der italienische Ministerpräsident Mussolini zugunsten des Deutschen Reichs Druck auf Frankreich ausüben könnten. Auf eine mögliche Intervention des Heiligen Stuhls angesprochen gab der Nuntius eine persönliche Einschätzung ab, da ihm keine offizielle Weisung vorlag, und erklärte eine Vermittlung des Heiligen Stuhls für unmöglich, da Frankreich jede Moderation durch Dritte abgelehnt hatte. Die drei Minister zeichneten eine düstere Zukunft: die Geldentwertung wird voranschreiten, Armut, Arbeitslosigkeit sowie soziale Unruhen mit sich bringen und dem Bolschewismus Tor und Tür öffnen. Zudem verbreitet sich die Ansicht, dass es Frankreich letztlich nicht um die Reparationszahlungen, sondern um die Annexion von Rheinland und Ruhrgebiet gehe, was die Verhandlungen weiter erschwert. Viele Deutsche, besonders Katholiken, erwarteten eine Äußerung des Papstes, vor allem zur Mission des Apostolischen Sondergesandten im Rheinland und im Saargebiet Testa.Pacelli berichtet zudem von seinen Gesprächen mit dem französischen, dem englischen und dem belgischen Botschafter. Alle drei beurteilten das bisherige Angebot des Deutschen Reichs als unzureichend und untauglich. Zudem hoben der französische und der belgische Diplomat hervor, dass die weiteren Verhandlungen von deutscher Seite Ehrlichkeit, Garantien und die Aufgabe des passiven Widerstandes erforderten.
Betreff
Situazione politica
Nel mio recente breve soggiorno in Berlino ho avuto occasione di avvicinare Ministri tedeschi e diplomatici dell'Intesa, ed è perciò mio dovere, appena tornato a Monaco, di riferire succintamente all'Eminenza Vostra Reverendissima le impressioni, che ho riportato da tali colloqui.
Degli uomini di Stato germanici ho veduto il Cancelliere Sig. Cuno






42v
tuali condizioni possa giungere la Germania) o far
cessare la resistenza passiva



43r
bolscevismo russo in Germania. Del resto,
così nel Governo come negli uomini politici tedeschi si è venuta sempre più largamente
diffondendo la persuasione (la quale rende ancor più difficile un'intesa) che la Francia non
vuole il pagamento delle riparazioni, ma persegue in realtà, malgrado le sue assicurazioni
in contrario, scopi politici di annessione, dissimulati sotto fallaci pretesti. Molti poi,
massime fra i cattolici, attendono una parola del S. Padre, la quale costituisca un
concreto risultato della missione

Gli Ambasciatori d'Inghilterra (Lord d'Abernon





43v
molto, secondo i diplomatici anzidetti, che sia determinata
la cifra dei pagamenti, giacché niuno può dire attualmente con precisione quali somme la
Germania sia in grado di versare: l'Ambasciatore d'Inghilterra pensa che, se lo Stato
tedesco mettesse prima in ordine le sue finanze, potrebbe poco a poco pagare anche più di
quanto ha recentemente offerto. Ma sono soprattutto necessarie, secondo l'espressione del
Sig. de Margerie, due cose da parte della Germania: "sincerità e garanzie". La Francia
ed il Belgio, dopo le fatte esperienze, non possono contentarsi della sola firma della
Germania né abbandonare il pegno, che ora hanno nelle loro mani, senza garanzie del tutto
sicure. Condizione essenziale di ogni trattativa ed accordo è inoltre la cessazione della
resistenza passiva.Chinato umilmente al bacio della Sacra Porpora, con sensi di profondissima venerazione ho l'onore di confermarmi
di Vostra Eminenza Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Pacelli Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico