Dokument-Nr. 16040
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
Berlin, 12. Juni 1926

Regest
Pacelli berichtet über seinen Besuch in Fulda anlässlich des Endes der Bonifatiuswoche am 6. Juni. Gemeinsam mit Nuntiaturrat Centoz traf der Nuntius am Nachmittag des 5. Juni in der Bischofsstadt an, wo sie am Bahnhof von Bischof Schmitt und anderen Honoratioren der Stadt empfangen wurden. Der Weg zum Dom, den die Gruppe in zwei Wagen zurücklegte, war von einer Menschenmenge gesäumt. Am Eingang der Kathedrale erwarteten das Domkapitel und die Seminaristen den Nuntius, der Dom war mit Gläubigen gefüllt. In Prozession ging Pacelli zum Hochaltar und in die Krypta, um das Grab des heiligen Bonifatius zu verehren, und dann zurück an die Schwelle des Doms. Mit dem Auto ging es weiter zum Bischofspalast. Um 18 Uhr besuchte Pacelli gemeinsam mit dem Bischof das Konvent der Franziskanerinnen auf dem Frauenberg. Am eigentlichen Festtag feierte Pacelli um halb neun Uhr ein Pontifikalamt im Dom. Der Dekan des Domkapitels Leimbach hielt die Predigt. Die heilige Messe wurde mit ungewöhnlicher Präzision und Würde durchgeführt. Pacelli segnete den elfenbeinernen Bischofsstab des heiligen Bonifatius, der nur an diesem Fest benutzt wird, und spendete den päpstlichen Segen. Um 15 Uhr fand im großen Saal der Stadt eine Versammlung vor ausgewähltem Publikum statt. Bischof Schmitt dankte dem Nuntius für seinen Besuch und erinnerte daran, dass in den letzten 75 Jahren drei Nuntien nach Fulda kamen: 1855 Viale-Prelà, 1905 Caputo und nun Pacelli. Der Fuldaer Bürgermeister Antoni und Landrat Freiherr von Gagern dankten Pacelli ebenfalls für seinen Besuch. Daraufhin betonte der Nuntius in seiner Rede die unerschütterliche Verbundenheit des heiligen Bonifatius mit dem Stellvertreter Christi und die Notwendigkeit, dass Klerus und Volk dessen Beispiel folgen. Abschließend hielt der Fuldaer Domkapitular und Kirchenhistoriker Richter einen Vortrag zum Thema "Fulda und Rom". Das Fest endete am Abend mit einem imposanten Fackelzug, der vor dem Priesterseminar Halt machte. Dort hielt der Zentrumsabgeordnete im Preußischen Landtag Rhiel eine Rede, in der er Pacelli darum bat, dem Papst die Kindesliebe der jungen Fuldaer Katholiken und die tiefe Dankbarkeit des deutschen Volkes zu übermitteln für alles, was er während und nach dem Krieg für sie tat. Pacelli drückte mit knappen Worten die Zufriedenheit aus, die er an diesen Tagen in Fulda empfand. Schließlich verlas Bischof Schmitt sichtlich gerührt das Segnungstelegramm des Papstes, gefolgt von unendlichem Beifall. Den Abschluss des unvergesslichen Tages bildete das Te Deum auf dem Domplatz. Am nächsten Tag feierte Pacelli mit den Seminaristen die Messe in der Krypta des heiligen Bonifatius. Anschließend ging er ins wunderbar ausgebaute Seminar, das seit Jahrhunderten eine Benediktinerabtei ist. Der Nuntius sprach mit vielen Professoren und Seminaristen, die in seinen Augen vom guten Geist beseelt sind. Bischof Schmitt plant, schnellstmöglich das vom CIC/1917 geforderte Sexenium für die theologischen Studien einzuführen. Der Nuntius empfahl ihm dringend den Gebrauch der lateinischen Sprache sowie der scholastischen Methode im philosophischen und theologischen Kurs. Pacelli besuchte auch den angesehenen Philosophieprofessor und Domkapitular Gutberlet. Anschließend stattete der Nuntius der Stadtbibliothek einen Besuch ab, in der alte Handschriften und Inkunabeln der Benediktiner aufbewahrt werden. Die letzte Station seines Besuchs in Fulda galt der Domschatzkammer. Pacelli resümiert, dass er den besten Eindruck der Stadt des heiligen Bonifatius gewinnen konnte.
Betreff
Relazione del mio recente viaggio a Fulda
Eminenza Reverendissima,
Ripetute volte il Revmo Mons. Vescovo di Fulda mi aveva cortesemente invitato a recarmi in quella città per venerarvi la Tomba di S. Bonifazio, in occasione specialmente della sua festa.
Accogliendo di buon grado il vivo desiderio di Mons. Schmitt, stabilii di andarvi la Domenica 6 Giugno corr., per la chiusura della solenne Settimana in onore del glorioso Patrono della suddetta città e grande Apostolo della Germania.
Sabato, pertanto, 5 dello stesso mese, verso le ore tre pomeridiane, accompagnato dal Consigliere di questa Nunziatura, Revmo Mons. Centoz, giunsi a Fulda.
Erano a ricevermi alla stazione, oltre il sullodato Mons. Vescovo, il Vicario Generale, il Segre-
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tario, il primo Borgomastro della città, Sig. Dr. Antoni, il Landrat o Presidente distrettuale, Sig. barone von Gagern, ed il rappresentante del Consiglio municipale Sig. Schultheis.
All'uscita dalla stazione, nella quale molta folla erasi adunata, insieme a Mons. Vescovo salii in una prima automobile, mentre in una seconda prendevano posto il Consigliere della Nunziatura, il Vicario generale ed il Segretario del Vescovo.
Tra due fitte ali di popolo plaudente, attraverso la città imbandierata, al suono delle campane, si arrivò alla Cattedrale, al cui ingresso trovavansi il Capitolo ed i numerosi Seminaristi: i fedeli stipavano il tempio.
Accompagnato processionalmente all'Altare Maggiore, ricco di argento, e sfolgorante di lumi, e data la benedizione, si scese nella Cripta a venerare il Sepolcro del Santo, per ritornare processionalmente fino alla soglia del Duomo.
Risaliti in automobile, ci recammo in Vesco-
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vado.
Verso le sei, insieme con Mons. Vescovo feci una visita al bel Convento dei RR. PP. Francescani in Frauenberg, che domina la città e le campagne circostanti.
L'indomani, Domenica, alle ore otto e mezzo celebrai la Messa Pontificale tra il profondo raccoglimento dei fedeli che gremivano il vasto Duomo, e che la mattina in gran numero si erano accostati alla Mensa Eucaristica.
Dopo il Vangelo, il Decano del Capitolo pronunziò l'Omelia.
Gli alunni del Seminario, coadiuvati dalla "Schola Cantorum" della Cattedrale, eseguirono scelta musica, e le sacre ceremonie furono compiute con esattezza e dignità non comuni. All'"Ite, Missa est" tra due accoliti mi fu portato il pastorale di avorio che S. Bonifacio stesso adoperò, e col quale diedi la benedizione. Questo prezioso pastorale del Santo viene usato solamente nel giorno della Sua festa. Dopo la
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Messa, valendomi della facoltà contenuta nel n. 21 dell'"Index facultatum", impartii la benedizione Papale.
Alle ore tre pomeridiane ebbe luogo nella grande Sala della città una solenne adunanza, riuscitissima. L'aula era gremita di un eletto pubblico.
Prese per primo la parola Mons. Vescovo per ringraziarmi di avere finalmente accolto il suo invito, e ricordando che nel corso degli ultimi 75 anni ben tre Nunzi vennero a visitare la città che ha la sorte di possedere le insigni Reliquie del grande Apostolo della Germania: nel 1855, l'Emo Viale-Prelà, Pro-Nunzio a Vienna; nel 1905, Mons. Caputo, Nunzio a Monaco, ed ora l'umile scrivente.
Dissero poscia brevi ma ben adatte parole i sullodati Signori Borgomastro e Landrat, esprimendomi anche la loro gratitudine e quella della cittadinanza per trovarmi in mezzo ad essi, e facendo risaltare la costante fedeltà degli abitanti di Fulda alla Chiesa cattolica.
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Presi quindi la parola, ponendo in speciale rilievo l'indefettibile attaccamento di S. Bonifacio al Vicario di Gesù Cristo, e la necessità per il clero e per il popolo di mantenersi sempre, sul Suo nobilissimo esempio, strettamente uniti alla Sede Apostolica.
Pronunziò per ultimo una conferenza il Remo Mons. Prof. Richter, illustrando con copiosa documentazione il tema "Fulda e Roma", ed enumerando i favori che la S. Sede concesse a traverso i secoli a questa illustre città.
Negli intervalli, fu eseguita scelta musica.
La festa ebbe termine la sera con una imponente fiaccolata, che sostò dinanzi al Seminario, ove il Sig. Rhiel, Deputato al Landtag prussiano, disse sentite parole di ringraziamento a nome del locale Comitato cattolico, e pregandomi di voler trasmettere al Santo Padre l'espressione dell'amore filiale dei giovani cattolici di Fulda, e della profonda riconoscenza del popolo tedesco per quanto il Papa si degnò di fare per esso durante e dopo la guerra. Seguì un tri-
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plice hoch a Sua Santità ed al Nunzio in Germania.
Pronunziai brevi parole per esprimere la soddisfazione provata in questo giorno a Fulda. Infine Mons. Vescovo, visibilmente commosso, lesse tra la più religiosa attenzione il telegramma di benedizione dell'Augusto Pontefice, seguito da interminabili applausi. Il canto del Te Deum, sulla piazza del Duomo, chiuse l'indimenticabile giornata.
Il giorno seguente, assistito dagli alunni del Seminario, celebrai la S. Messa nella Cripta di S. Bonifacio, meta di tanti devoti pellegrinaggi non soltanto della diocesi di Fulda, ma eziandio dell'intera Germania, ed ove, come è noto, da vari decenni convengono i Vescovi di questa Nazione per le loro Conferenze annuali.
Mi recai poscia al Seminario, vasto, ameno locale, quasi annesso alla Cattedrale, già per secoli Abbazia dei Benedettini. M'intrattenni a parlare con i singoli Professori e con gli alunni, ed ho potuto constatare il buono spirito, onde in generale Superiori
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e studenti sono animati. Mons. Schmitt pensa d'introdurre quanto prima il sessennio di studi a norma del can. 1365 del Codice di diritto canonico. Da mia parte gli ho raccomandato vivamente l'uso della lingua latina ed il metodo scolastico nel corso filosofico e teologico.
Nella graziosa Cappella del Seminario una lapide ricorda che ivi, nell'ottobre del 1901, la Principessa Anna di Prussia, Landgravia di Assia, della Famiglia degli Hohenzollern, fece la sua abiura al protestantesimo, e si convertì alla Chiesa cattolica.
Feci pure una visita al venerando Mons. Dr. Costantino Gutberlet, Protonotario Apostolico, Canonico della Cattedrale, nonagenario, il quale fu per lunghi anni professore assai stimato di Filosofia, ed ha pubblicato anche pregevoli opere.
Visitai quindi la Biblioteca della città, composta nella maggior parte di volumi già appartenenti ai Benedettini, e comprendente alcuni preziosi manoscritti ed incunabuli.
Il mio soggiorno in Fulda ebbe termine colla
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visita alla Cattedrale e specialmente al Tesoro, ove si conservano magnifici arredi sacri ed insigni Reliquie.
Mi è grato e doveroso affermare di avere riportato la migliore impressione dalla mia visita nella città di S. Bonifacio.
Chinato umilmente al bacio della Sacra Porpora, con sensi di profondissima venerazione ho l'onore di confermami
Di Vostra Eminenza Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Pacelli Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 12. Juni 1926, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 16040, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/16040. Letzter Zugriff am: 08.12.2024.
Online seit 29.01.2018, letzte Änderung am 01.02.2022.