Dokument-Nr. 19699
Pacelli, Eugenio
an Merry del Val, Raffaele
Berlin, 09. Februar 1928
Regest
Pacelli übersendet dem Sekretär des Heiligen Offiziums Merry del Val, der über die Rezeption der Enzyklika "Mortalium animos" durch Nichtkatholiken informiert werden wollte, einen äußerst feindseligen Artikel des protestantischen Publizisten Ohlemüller aus der Täglichen Rundschau. Nach Pacellis Einschätzung zeigen die unverschämten und respektlosen Ausdrücke, die Ohlemüller in großer Zahl verwendet, die ohnmächtige Wut protestantischer Kreise angesichts der bewundernswerten und höchst angebrachten päpstlichen Enzyklika. Der Nuntius gibt den Inhalt des Artikels wieder. Danach steht es dem Papst zwar frei, sich über die protestantische Einigungsbewegung eine eigene Meinung zu bilden und den Angehörigen seiner Kirche entsprechende Richtlinien vorzugeben. Allerdings fordert Ohlemüller von jemandem, der von einer so hohen Warte aus spricht wie der Papst, dass er gewisse Voraussetzungen sachlicher und ethischer Art erfüllt. Solche sieht der Protestant darin, sich mit den wahren Absichten und dem tatsächlichen Verlauf der Einigungsbewegung auseinanderzusetzen und sie vorurteilsfrei zu bewerten. Außerdem erwartet Ohlemüller vom Papst, dass er bei Meinungsverschiedenheit bezüglich des Anschlusses an die römisch-katholische Kirche gerecht und versöhnlich bleibt und dass er die entsprechenden Beweggründe achtet. Allerdings zeigt sich der Journalist enttäuscht, weil er alle diese Voraussetzungen beim päpstlichen Rundschreiben als nicht gegeben ansieht. Vielmehr beschreibt er es als unsachlich, einseitig, oberflächlich, unfreundlich und voreingenommen. Trotz der kultivierten Sprache ist die Beweisführung der Enzyklika in den Augen Ohlemüllers ein Beispiel für menschliche Verwirrung durch konfessionelle Leidenschaft, engherzige Rechthaberei und hierarchische Anmaßung. Der Papst weiß nicht einmal, wie er die anderen christlichen Kirchen bezeichnen soll, so der Vorwurf des Protestanten. Denn nur einmal benutzt das Rundschreiben den Ausdruck der christlichen Familie, womit aber nur die römische Kirche gemeint ist. Der Papst nennt Angehörige anderer Kirchen abwertend Menschen, die sich Christen nennen, Dissidenten, Irrende oder Panchristen. Die Zusammenkünfte der Einigungsbestrebungen bezeichnet Pius XI. als buntgewürfelte Tagungen und er kritisiert ihre methodologischen Versuche, der Einheit eine äußere Form zu geben. Nach Ohlemüller liegt für den Papst das Wesen des christlichen Glaubens in der Annahme von autoritativ vorgelegten Leitsätzen des römischen Katechismus. Der Papst, so der Autor, verharrt bei Öberflächlichem, Formalem und Sekundären und ist unfähig, zu den Wurzeln der kritisierten Bewegung durchzudringen und ihr Streben nach reiner Liebe und wahrem Christusglauben zu erkennen. Außerdem wirft der Artikel dem Papst ein mangelndes psychologisches und pädagogisches Verständnis vor, wenn Pius XI. erwartet, dass die nichtrömischen Christen, die er so unfreundlich zurückgewiesen hat, seine Vorschläge freudig annehmen würden. Ohlemüller ist sich sicher, dass die unsachliche, oberflächliche und überhebliche Art der päpstlichen Kundgebung dem Ansehen des Papstes bei den Andersgläubigen mehr geschadet hat als viele sachliche Differenzen zwischen den Kirchen. Abschließend zitiert der Protestant aus einem Artikel in der protestantischen schweizerischen Evangelischen Volks-Zeitung: Obwohl die Botschaft des Papstes sehr kalt ist, wird sie die Protestanten nicht daran hindern, all denen die Hand zu reichen, die sich unter dem Kreuz des Erlösers, dem alleinigen Zentrum aller christlichen Einheit, zusammenfinden.Betreff
Trasmettesi articolo della "Tägliche Rundschau" sull'Enciclica "Mortalium
animos"
Coll'ossequiato Dispaccio N. 17/28 del 31 Gennaio u. s., l'Eminenza Vostra Reverendissima si degnava di significarmi che sarebbero riuscite utili a cotesta Suprema Sacra Congregazione


Per obbedire pertanto ai venerati ordii di Vostra Eminenza, compio il dovere di rimettere qui accluso un articolo estremamente velenoso ed ostile, apparso sulla "Tägliche Rundschau"





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di cui trabocca
l'inetto scritto, sono un indizio della rabbia impotente, dalla quale sono presi i fanatici
circoli protestanti di fronte all'ammirevole, inconfutabile ed opportunissimo Documento
Pontificio.Dopo aver detto che al Papa

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vere intenzioni, del
reale andamento e dei positivi lavori delle grandi assemblee per l'unione delle Chiese. Si è
poi, continua l'articolo, in diritto di esigere che la personalità, la quale pretende di
esercitare l'ufficio di pastore su tutta la Cristianità e rivolge istanti parole ai
cristiani separati per indurli ad unirsi alla Chiesa romano-cattolica, sia non soltanto
giusta e non attribuisca all'avversario intenzioni, che esso respinge, ma eziandio
conciliante, rispetti le altrui convinzioni, riconosca i loro buoni motivi e manifesti uno
spirito che vuol unire e non disperdere.Orbene, prosegue l'articolo, con profonda delusione e sorpresa, devesi invece constatare che l'Enciclica del 6 Gennaio non soddisfa questi presupposti, ma esprime giudizi dettati da deplorevole mancanza di obiettività, da parzialità, superficialità e sgarbatezza. Essa, malgrado la sua reale asprezza, adopera un linguaggio colto ed è straordinariamente abile nella trattazione dei problemi, che prende a discutere. L'argomentazione, al contrario, pecca per vari difetti ed offre un triste esempio di umana confusione creata da passione confessionale e da ingene-
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rosa prepotenza nel campo religioso. Malgrado le
numerose citazioni della Bibbia, parla nell'Enciclica lo spirito non del Vangelo, il quale
dà la vita, ma del diritto canonico, che l'arresta.Il Papa, leggesi più oltre, non sa risolversi a designare come tali le altre Chiese cristiane.
Una sola volta gli sfugge l'espressione di Famiglie cristiane, ma solamente in relazione colla Chiesa romana, la quale deve essere l'unica vera Chiesa di Cristo. I membri delle altre Chiese non sono chiamati apertamente e semplicemente cristiani, sibbene parlasi di loro come di uomini, che si dicono cristiani, ma sono separati da Cristo come dissidenti ed erranti, designati tutti insieme col nome dubbio di "Pancristiani". Le assemblee per gli sforzi di unione cristiana sono messe in derisione in tono arrogante, sotto l'appellativo di "variopinte riunioni", e si giudica come strana la loro pretesa che il Papa sia nel loro mezzo o stia a capo di esse. Sono poi criticati i tentativi metodologici per dare una forma visibile alla desiderata unità. In una parola si nota nell'Enciclica un insistere ostinato sul superficiale, sul formale, sul secondario,
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un giuocare coi concetti non secondo
il loro significato oggettivo, ma secondo motivi di opportunità; una singolare impotenza di
andare sino alle radici del movimento criticato, di afferrare le sue profonde ragioni
religiose e di riconoscere la sua sincera aspirazione verso il puro amore e la vera fede di
Cristo. Reca parimenti meraviglia la mancanza di comprensione psicologica e pedagogica. Dopo
lo scortese rifiuto dei tentativi religiosi dei cristiani non romani, l'Enciclica crede
nondimeno di poter aspettarsi la disposizione ad una amichevole accettazione della
categorica proposta papale.Si può ben affermare, conchiude l'articolo, che il modo infondato, superficiale ed arrogante dell'Enciclica Pontificia ha nociuto maggiormente alla riputazione del Papa agli occhi degli altri credenti, che tante altre divergenze tra le chiese.
Alla sua pressante esortazione al riconoscimento ed al ritorno alla Madre Chiesa non rimane con ciò neppure un valore di sentimento.
Citasi infine un passo di un organo protestante svizzero

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non ci impedirà tuttavia di stendere la mano a
tutti coloro i quali si trovano insieme radunati sotto la Croce del Salvatore. Là è il
centro del mondo, là solamente è il centro di tutta l'unità cristiana". Chinato umilmente al bacio della Sacra Porpora, con sensi di profondissima venerazione ho l'onore di confermarmi
Di Vostra Eminenza Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Pacelli Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico