Dokument-Nr. 1997
Pacelli, Eugenio an Bisleti, Gaetano
[München], 18. September 1921
Regest
Weisungsgemäß übersendet Pacelli Bisleti seine Anmerkungen zur Druckfahne der Instruktion an den deutschen Episkopat über die Reform der Priesterausbildung in Deutschland. Er stimmt mit dem Präfekten der Studienkongregation darin überein, dass diese an sich keinen Anlass zu Diskussionen oder aufgebrachten Reaktionen geben werde, viel mehr meinte er in seinen Berichten vom 14. und 18. August den entsprechenden Fragebogen, der einige delikate und ausschließlich die Bedingungen in Deutschland betreffende Teile enthält. Der Nuntius möchte aber mit der Veröffentlichung der Instruktion bis zum Abschluss der Konkordatsverhandlungen warten, um zu verhindern, dass die Konkordatsgegner sie dazu nutzen, der Kirche Einflussnahme und fehlende Freiheit in der Lehre an den theologischen Fakultäten vorzuwerfen. Die Instruktion soll nach Pacellis Auffassung so lange geheim bleiben, bis neue Anweisungen eintreffen und in dieser Form kann sie auch dem Wiener Nuntius Francesco Marchetti-Selvaggiani mitgeteilt werden. Inhaltlich schlägt Pacelli mehrere kleinere Änderungen vor: 1. Die Passage betreffend die Verleihung von akademischen Titeln durch außeruniversitäre Einrichtungen soll modifiziert werden, weil es keine solchen Institutionen im Deutschen Reich gibt. 2. Pacelli hält die Behauptung, dass die lateinische Sprache durch die Protestanten beseitigt worden sei, für fragwürdig, da gerade der Protestant Philipp Melanchthon das Lateinische und Griechische förderte und als "Praeceptor Germaniae" gilt. 3. Auch wenn es sehr wahr ist, plädiert der Nuntius für eine Entfernung des Vergleichs zwischen "filii saeculi" (Protestanten) und "filii lucis" und bevorzugt lediglich einen Hinweis auf den Irrtum der Häretiker (haereticorum error). 4. Pacelli befürchtet, dass die Mahnungen in Bezug auf die Philologie, Archäologie, Kritik und Geschichte in Deutschland den Eindruck erwecken könnten, der Heilige Stuhl pflege diese Studien nicht, was gemäß des Apostolischen Schreibens "Vigilantiae" Leos XIII. nicht der Fall sei. Der Nuntius regt darüber hinaus an, das Studium des Hebräischen sowie die Bibelexegese zu erwähnen. Betreffend die Errichtung einer katholischen Universität in Fulda will er sich vorbehalten, seine Meinung nach eingehender Prüfung der Angelegenheit zu äußern.Betreff
Sulla Istruzione agli Arcivescovi e Vescovi della Germania
Dirò subito all'E. V. che le difficoltà contro la pubblicazione di tale Documento, da me subordinatamente manifestate nei miei rispettosi Rapporti NN. 21476 e 21501 in data del 14 e del 18 Agosto p. p., si riferivano al testo della Istruzione e soprattutto al Questionario, già da me sottoposti a cotesta S. Congregazione, ed i quali toccavano vari punti assai delicati e particolari per la Germania. Ora, soppresso il Questionario e redatta la Istruzione in termini generali, di guisa che, come rileva l'E. V., essa "potrebbe essere indirizzata anche ai Vescovi di Austria e, mutati alcuni punti, ai Vescovi di tutto il mondo", convengo pienamente che il sullodato Documento non presterebbe per sé alcun ragionevole motivo a discussioni ed agitazioni. Malgrado ciò, non è escluso il pericolo che gli avversari del futuro Concordato, i quali approfittano di qualsiasi pretesto, anche il più irragionevole, onde ostacolarne la riuscita, si varrebbero della nuova Istruzione per risollevare le vecchie accuse circa la mancanza di libertà e i legami, cui soggiace l'insegnamento della teologia,
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affine di rendere così più difficile l'accettazione degli
articoli relativi alle Facoltà teologiche. Per tale motivo
sembrerebbe quindi, anche nel testo attuale, più sicuro e prudente di non permettere la
pubblicazione del Documento in discorso se non dopo la conclusione delle trattative
concordatarie, prescrivendo sino a nuovo ordine il segreto pontificio. Con questa espressa
clausola nulla osta, a mio parere, che esso sia comunicato anche all'Eccmo Mons. Nunzio di Vienna.Dopo di ciò, sempre in obbedienza ai venerati comandi impartitimi dall'E. V., oso sottomettere al di Lei superiore giudizio alcune piccole osservazioni speciali:
1o) Siccome non esiste sinora in Germania, all'infuori delle Università, alcun altro Istituto, il quale abbia la facoltà di conferire i gradi accademici in S. Teologia, potrebbe dirsi a pag. 10: "In Universitatibus, magnis Lyceis, Collegiis, Seminariis, Institutis, quae habent vel fortasse in posterum habebunt ex Apostolico Indulto…"
2o) A pag. 10 si legge pure: "Quod protestantes et neoterici optime intellexerunt, cum ex studiorum Universitatibus et Scholis, quas placitis suis infecerant, una cum fide catholica, etiam latinum sermonem coegerunt exsulare". Non so se, per ciò che concerne i protestanti, l'affermazione sia storicamente del tutto esatta. Certo è che essi si gloriano di aver promosso lo studio delle lingue classiche, latina e greca, specialmente per opera dell'umanista Melanchthon, il quale fondò a tale scopo molti ginnasi, compilò grammatiche latine e greche, le quali nel Secolo XVIII erano ancora usate nelle scuole protestanti, e venne perciò chia-
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mato Praeceptor Germaniae.3o) Le qualificazioni di filii saeculi in opposizione a filii lucis (pag. 10) e di haeretica pravitas (pag. 13), sebbene verissime, irriteranno probabilmente i protestanti, cui sono dirette, ed i quali, come è qui in uso, sottoporranno il Documento, una volta pubblicato, a minuzioso esame. Forse potrebbesi sopprimere senza inconvenienti a pag. 10 l'intiera proposizione: "Ne ergo amplius sinamus filiis saeculi filiis lucis esse prudentiores!" ed a pag. 13 sostituire alla surriferita frase le parole haereticorum error.
4o) A pag. 12 l'ammonizione: "Cavendum est ergo ne catholicus interpres… in quaestionibus philologiae, archeologiae, criticae et historiae enodandis suum insumant tempus", sebbene evidentemente ed a ragione intenda condannare gli eccessi al riguardo, potrebbe tuttavia in questa forma produrre in Germania l'impressione che la S. Sede non curi abbastanza gli studi filologici, critici e storici, contrariamente alla tradizione della Chiesa ed agli insegnamenti dello stesso Leone XIII, il quale nella Lettera Apostolica "Vigilantiae" del 30 Ottobre 1902 consiglia di impiegare "multum operae in excolenda philologia doctrinisque finitimis earumque perseguendis progressionibus". Vostra Eminenza giudicherà anche se convenga fare altresì allusione allo studio della lingua ebraica, e dare forse un più accurato svolgimento alla parte concernente l'esegesi biblica.
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Finalmente,
per ciò che si riferisce alla erezione di una Università libera cattolica in
Germania, la quale forma l'oggetto dell'Esposto di
Mons. Vescovo di Fulda parimenti trasmessomi
dall'E. V. col medesimo succitato Foglio, mi riservo di esprimere il mio
subordinato avviso al riguardo, non appena avrò potuto esaminare colla necessaria cura
l'importante e grave questione.Intanto, chinato
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Bisleti, Gaetano vom 18. September 1921, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 1997, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/1997. Letzter Zugriff am: 11.12.2024.Verlinkte Dokumente
- Pacelli, Eugenio, Denkschrift, [vor 14.11.1919]6547Anlage (Denkschrift)Quaestiones(Sub secreto pontificio)
- Schmidt, Joseph Damian, Denkschrift, 19.07.192111989Anlage (Denkschrift)[Kein Betreff]
- Dokument Nr. 1198711987Anlage (Sonstiges)[Druckfahne des römischen Geheimerlasses für die deutsche Universitätstheologie vom 9. Oktober 1921]