Betreff
Trattative concordatarie colla Prussia
La conferenza, che, come ebbi l'onore di annunziare all'E.V.R. nel mio rispettoso
Rapporto N. 35320 del 31 Maggio scorso
avrebbe dovuto aver luogo nel Ministero del Culto prussiano
Giovedì scorso, 10 corr., fu rimandata
per domanda
del Sig. Dr
Becker, impedito in quel giorno, a ieri, Sabato 12. Essa durò dalle
11 antim. a dopo
l'una pom., e fu straordinariamente difficile e penosa
per t la tenace resistenza che trovai, ad eccezione del
Segretario di Stato Dr
Lammers, in tutti i miei interlocutori, i quali erano gli stessi, di cui feci parola nel precedente ossequioso Rapporto
N. del 10 Aprile c.a.
Il Ministro Dr
Becker insisté molto perché, come il Governo aveva esposto, anche in un Appunto
scritto, il suo punto di vista53v
sui vari argomenti, i quali
formavano oggetto di discussione, così ora anche
io
pure, che dovevo essere, dopo il mio viaggio a Roma, munito
delle necessarie istruzioni della S. Sede, manifestassi la mente della medesima. - Si
cominciò [così] dal punto relativo alla provvista delle
Sedi vescovili. Da parte mia, in conformità dell'autorizzazione benignamente
concessami dall'E.V. col venerato cifrato N. 21 del 6 corrente, significai che
l'Emo Sig. Cardinale Bertram aveva recentemente presentato al S. Padre una proposta,
che
Sua Santità era stata accettata da Sua Santità e della
quale
diedi lettura. È difficile di descrivere la sorpresa e, direi
quasi, lo sbalordimento, che essa prop produsse nei negoziatori prussiani, avendo il
sullodato Eminentissimo
sinora difeso costantemente il
principio della elezione capitolare. Riavutisi che
si
furono
dal primo stupore, il Prof.54r
Heyer notò come quella proposta concedeva ancor meno del
Concordato bavarese, giacché lasciava in ultima analisi alla
S. Sede piena libertà, ed era
quindi inaccettabile; opinione, cui aderirono subito il Sig. Dr
Becker ed il Direttore ministeriale Trendelenburg. Replicai che, qualora il Governo prussiano non credesse di aderire ad una formula, la
quale
pervenuta
da un Vescovo della Prussia Emo
Vescovo della Prussia, era mio dovere di dichiarare
che, ad ogni modo,
le concessioni della S. Sede non [potevano] andare oltre di quanto aveva ottenuto la
Baviera, verso la quale la S. Sede medesima era impegnata
con dichiarazione scritta.
, (clausola della
Quanto alla nomina dei Canonici, signi risposi che la S. Sede non
avrebbe avuto probabilmente difficoltà di accordare alla
Prussia il sistema dell'alternativa prevista nel Concordato bavarese (art. 14
§ 2 capov. 1); aggiunsi tuttavia che i Revmi Vescovi della
Prussia,54v
a cominciare dall'Emo Bertram (come risulta dagli
Appunti rimessi all'Augusto Pontefice), sono ad essa contrari.
Sulla questione
scolastica il Sig. Ministro mi disse che aveva
preso al riguardo riservatamente contatto con un partito
di destra (che non nominò, ma che è evidentemente la Deutsche Volkspartei
= antichi nazionali-liberali), il quale però aveva [ass] preso
subito un'attitudine negati apertamente
negativa.
Mi chiese perciò di manifestargli chiaramente, se, essere la inclusione
di detta materia nel Concordato
includere in alcun modo qualora non venisse incluso in alcun modo (vale a dire
nemmeno soltanto con alcuni principi generali) detto argomento, la S. Sede considerava
come impossibile la conclusione del
Concordato. Poiché la minima esitazione da parte mia avrebbe fatto perdere per sempre
ogni probabilità di successo su q
tal punto, risposi nettamente
che
a
in modo
affermativo, dichiarando
cioè impossibile
esclusa in quella ipotesi la possibilità di concludere un Concordato, nel quale caso la S. Sede dichia
55r
dichiarerebbe (come ha fatto già per altri Stati della
Germania) vigente in Prussia
il ius commune; aggiunsi
che la S. Sede medesima nella Sua ragionevole
moderazione si rende ben conto non essere impossibile
di includere nel
Concordato
colla Prussia tutte le disposizioni del
Concordato bavarese sulla scuola, ma che tra queste e nulla vi
può
ben essere
una via di mezzo. Il Sig.
Ministro soggiunse che avrebbe di nuovo
proposta al Gabinetto l'ardua questione, per
constatare in tal guisa se i negoziati possano essere
proseguiti.
Per ciò che concerne la nuova circoscrizione diocesana nella Germania orientale,
dissi che avevo dovuto rivolgermi alla S. Sede per nuove
istruzioni (cfr. Rapporto N. 35376 del
9 corrente).; Quanto che però, quanto alla unione definitiva della
Marca del Brandenburgo alla diocesi di Breslavia, mi risultava, dalle
informazioni già
prese, che essa avreb-55v
be
prodotto nei cattolici di questa Metropoli, i
quali desiderano di avere in un avvenire non troppo lontano
una diocesi propria. Aggiunsi che la opposizione dei circoli protestanti è del tutto
ingiusta e lede i diritti
dati
ai cattolici dalla
Costituzione, e manifestai
anzi l'opinione che la
Chiesa potrebbe
per sé, qualora non richieda
nuove ulteriori prestazioni dello Stato,
erigere, anche senza
l'intesa di
questo, una
nuova diocesi. -
Circa una eventuali modificazioni della circoscrizione diocesana nella Germania
occidentale dissi che mi riservavo di trattarne
prima coll'Eminentissimo
Cardinale Schulte, [tr] il quale mi ha invitato [d] a recarmi a Colonia il
29 corrente, festa dei SS. Apostoli Pietro e Paolo, affine di celebrare un solenne
Pontificale in quel Duomo e porre poi nel pomeriggio la prima pietra del nuovo Seminario
clericale (Priesterseminar) in Bensberg.56r
Circa la
educazione
formazione del clero, affermai asserii con grande fermezza il diritto della
S. Sede di avere nel Concordato garanzie a riguardo
delle Facoltà teologiche nelle Università; altro punto questo, che il
Governo
prussiano vorrebbe ad ogni costo evitare. Osservai come in forza della [sic]
Bolle concordate di circoscrizione il Governo sarebbe stato tenuto a dotare i Seminari
diocesani, i quali avrebbero naturalmente dovuto avere anche scuole proprie. Esso però non
adempì i suoi obblighi e costrinse invece i giovani chierici a frequentare i corsi delle
Facoltà È chiaro
quindi il diritto
anzidetto,
il quale anzi è
il minimum di ciò che la S. Sede avrebbe diritto di
reclamare.
Ed avendo il Sig. Ministro obbiettato che tutto in
dette dette Facoltà va egregiamente e con piena soddisfazione dei Revmi Vescovi,
replicai56v
esser
dolente di doverlo contraddire anche in questo punto e
soggiunsi che non pochi
Vescovi
desiderano una più larga influenza sulle
Facoltà medesime.
Su Sulla questione della
dotazione delle diocesi dimostrai la ragionevolezza di conservare il diritto
almeno teorico della Chiesa ai beni stabili.
Quanto alla forma, che dovranno avere i futuri
impegni, dichiarai nettamente che
la S. Sede non poteva
ammettere quella né di una semplice Bolla
né di
uno scambio di note, ma
reclamare
esigere
quella dei trattati
internazionali. Quanto al nome, sembrami
che potrebbe chiamarsi o
Concordato od anche solemnis Conventio
Gli altri punti non furono toccati in questa Conferenza, la quale
aveva dato già luogo a così
profonde divergenze di vedute.
Nel
supplicare l'E.V. a volersi degnare d'impartirmi quelle ulteriori istruzioni, che nel
Suo superiore giudizio
giu
stimasse del caso per il proseguimento delle trattative,
m'inchino
53r, rechts oberhalb der
Betreffzeile hds. von unbekannter Hand, vermutlich von einem Nuntiaturangestellten,
notiert: "C".
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 13. Juni 1926, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 20125, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/20125. Letzter Zugriff am: 14.10.2024.