Dokument-Nr. 20125
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
[Berlin], 13. Juni 1926

Schreiber (Textgenese)
PacelliPacelli
Betreff
Trattative concordatarie colla Prussia
La conferenza, che, come ebbi l'onore di annunziare all'E.V.R. nel mio rispettoso Rapporto N. 35320 del 31 Maggio scorsop.p., avrebbe dovuto aver luogo nel Ministero del Culto prussiano Giovedì scorso, 10 corr., fu all'ultimo momento rimandata,per domanda dietro preg per desiderio del Sig. Dr Becker, impedito in quel giorno, a ieri, Sabato 12. Essa durò dalle 11 antim. a dopoall'una pom., e fu straordinariamente difficile e penosa per t la tenace resistenza che trovai, ad eccezione delincontrai, - se si eccettui il Segretario di Stato Dr Lammers, - in tutti i miei interlocutori, i quali erano quegli stessi, di cui feci parola nel precedente ossequioso Rapporto N. del 10 Aprile c.a.
Il Ministro Dr Becker insisté molto perché, come il Governo aveva esposto, anche in un Appunto scritto, il suo punto di vista
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sui vari argomenti, i quali formavano oggetto di discussione, così ora anchepure io,pure, che dovevo essere, dopo il mio viaggio a Roma, munito delle necessarie istruzioni della S. Sede, manifestassi la mente della medesima. - Si cominciò [così] dal punto relativo alla provvista delle Sedi vescovili. Da parte mia, in conformità dell'autorizzazione benignamente concessami dall'E.V. col venerato cifrato N. 21 del 6 corrente, significai che l'Emo Sig. Cardinale Bertram aveva recentemente presentato al S. Padre una proposta, chela quale Sua Santità era stata accettata da Sua Santità e della qualedi cui diedi lettura. È difficile di descrivere la sorpresa e, direi quasi, lo sbalordimento, che essa prop produsse nei negoziatori prussiani, avendo il sullodato Eminentissimo, ed in generale l'Episcopato,sinora difeso sinora costantemente il principio della elezione capitolare. Riavutisi chesifuronoessi dal primo stupore, il Prof.
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Heyer notò come quella proposta concedeva ancor meno delche il Concordato bavarese, giacché lasciava in ultima analisi alla S. Sede piena libertà, ed eraera quindi inaccettabile; opinione, cui aderirono subito il Sig. Dr Becker ed il Direttore ministeriale Sig. Trendelenburg. Il primo osservò anzi che l'Emo Bertram aveva parlato <agito> senza dubbio non come Presidente della Conferenza episcopale di Fulda, ma a nome suo proprio, e che l'Arcivescovo di Colonia era di altro avviso si era <invece> con lui espresso in senso diverso. - Replicai che, qualora il Governo prussiano non credesse di aderire ad una formula, la qualepervenuta proveniente <proveniente> da un Vescovo della Prussia Emo Vescovo della Prussia, era mio dovere di dichiarare comunicare <comunicare senza ambagi>che, ad ogni modo, in che, in ogni caso, le concessioni della S. Sede in questa materia non [potevano] potrebbero andare più oltre di quanto aveva ottenuto la Baviera, verso la quale la S. Sede medesima si era impegnata con dichiarazione scritta. , (clausola dellain occasione della domanda fatta da quello Stato della clausola della Nazione più favorita.
Quanto alla nomina dei Canonici, signi risposi che la S. Sede non avrebbe avuto probabilmente difficoltà di accordare alla Prussia il sistema dell'alternativa prevista nel Concordato bavarese (art. 14 § 2 capov. 1); aggiunsi tuttavia che i Revmi Vescovi della Prussia,
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a cominciare dall'Emo Bertram (come risulta dagli Appunti rimessi all'Augusto Pontefice), sono ad essa contrari.
Sulla questione scolastica il Sig. Ministro mi disse che avevaaver egli preso al riguardo riservatamente contatto con un partito di destra (che non nominò, ma che è evidentemente la Deutsche Volkspartei = antichi nazionali-liberali), il quale però aveva [ass] presoassunto subito un'attitudine negati apertamente negativa., considerando la scuola come materia di esclusiva pertinenza dello Stato. Mi chiese perciò di manifestargli chiaramente, se, essere la inclusione di detta materia nel Concordato includere in alcun modo qualora non venisse incluso in alcun modo (vale a dire nemmeno soltanto con alcuni principi generali) detto argomento, la S. Sede consideravariguarddava<erebbe> come impossibile la conclusione del Concordato. Poiché la minima esitazione da parte mia avrebbe fatto perdere per sempreirreparabilmente ogni probabilità di successo su qtal punto, risposi nettamente che adi un punto di tanta importanza, risposi nettamente in modo affermativo, dichiarandoescludendo cioè impossibileesclusa in quella ipotesi la possibilità di concludere un Concordato, nel quale caso, aggiunsi, la S. Sede dichia
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dichiarerebbe (come ha fatto già per altri Stati della Germania) vigente in Prussiavigente il ius commune; aggiunsirilevai pure che la S. Sede medesima nella Sua ragionevole moderazione si rende ben conto non essere impossibiledifficile di includere nel laConcordatoin una Convenzione colla Prussia tutte le disposizioni del Concordato bavarese sulla scuola, ma che tra queste e nulla vi puòsi può ben esseretrovare una via di mezzo. Ricordai <infine> anche l'impegno <formalmente> preso dal Governo prussiano nel Gennaio 1922 (cfr. Rapporto N. 22938 del 9 d.m.). Il Sig. Ministro soggiunse che avrebbe di nuovoancora una volta proposta al Gabinetto l'ardua questione, per constatare in tal guisa se i negoziati possano essere proseguiti.valga la pena di continuare i negoziati. "Noi rischiamo, egli disse, di perdere il nostro tempo". Io risposi freddamente: "È vero".
Per ciò che concerne la nuova circoscrizione diocesana nella Germania orientale, dissi che avevo dovuto rivolgermi alla S. Sede per nuoveulteriori istruzioni (cfr. Rapporto N. 35376 del 9 corrente).; Quanto che però, quanto alla unione definitiva della Marca del Brandenburgo acolla diocesi di Breslavia, mi risultava, dallein base alle informazioni giàda me prese, che essa avreb-
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be prodotto viva disillusione nei cattolici di questa Metropoli, i quali [sospirando] ormai desiderano di avere ormai in un avvenire non troppo lontano una diocesi propria. Aggiunsi che la opposizione dei circoli protestanti è del tutto ingiusta e lede le libertà ed i diritti edatiassicurati ai cattolici dalla stessa Costituzione, e manifestaiavanzai anzi, come da me, l'opinione che la Chiesa potrebbe,per sé, qualora non richieda[nsi] nuove ulteriori prestazioni finanziarie da parte dello Stato, erigere, anche senza previal'intesa dicon questo, unanuovae diocesi. - Circa una eventuali modificazioni della circoscrizione diocesana nella Germania occidentale dissi che mi riservavo di trattarneparlarne prima coll'Eminentissimo Sig. Cardinale Schulte, [tr] il quale mi ha invitato [d] a recarmi a Colonia il 29 corrente, festa dei SS. Apostoli Pietro e Paolo, affine di celebrare un solenne Pontificale in quel Duomo e porre poi nel pomeriggio la prima pietra del nuovo Seminario clericale (Priesterseminar) in Bensberg.
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Circa la educazioneformazione del clero, affermai asserii con grande fermezza il diritto della S. Sede di avere nel Concordato sufficienti garanzie a riguardo delle Facoltà teologiche nelle Università; dello Stato; [sic] altro punto questo, che il Governoi negoziatori prussianoi vorrebbero ad ogni costo evitare. Osservai come in forza della [sic] Bolle concordate di circoscrizione il Governo sarebbe stato tenuto a dotare i Seminari diocesani, i quali avrebbero naturalmente dovuto avere anche scuole proprie. Esso però non adempì i suoi obblighi e costrinse invece i giovani chierici a frequentare i corsi delle summenzionate Facoltà. teologiche. nelle [anzidette]. È chiaro quindi il dirittoanzidetto,indiscutibile il suaccennato diritto, suaccennato, il quale anzi èrappresenta il minimum di ciò che la S. Sede avrebbe diritto dipuòreclamare., ed è evidente come questo argomento rientra così tra le materie incluse ne comprese nelle Bolle di circoscrizione. Ciò fu dovuto ammettere dal Sig. Ministro; <ma,> avendo però egli poiEd avendo il Sig. Ministro obbiettato che tutto in dette dette Facoltà va egregiamente e con piena soddisfazione dei Revmi Vescovi, replicai
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esserche ero dolente di doverlo contraddire anche in questo punto e soggiunsi constarmi invece che non pochi Vescovi anche alcuni Ordinari della Prussia desiderano essi pure una più larga influenza sullerispetto alle Facoltà medesime.
Su Sulla questione della dotazione delle diocesi dimostrai la ragionevolezza di conservare il diritto almeno teorico della Chiesa ai beni stabili. Temo tuttavia che, nello stato attuale della pubblica opinione, sarà difficile di ottenere soddisfazione in siffatta materia.
Quanto alla forma, che dovranno avere i futuri impegni, dichiarai nettamente chenon poter la S. Sede non poteva ammettere quella né di una semplice Bolla o leggeche vengano ridotti né ad una Bolla (con corrispondente legge da parte dello Stato),diad uno scambio di nNote, ma reclamareesigereesigendo Essa quella consueta dei trattati internazionali. Quanto al nome, sembramialla pura questione del nome, l'accordoche potrebbe chiamarsi o forse [ein Wort unlesbar] <chiamarsi>Concordato od anche solemnis Conventio(termine usato negli Acta Apostolicae Sedis per il Concordato bavarese).
Gli altri punti non furono toccati in questa Conferenza, la quale aveva dato già luogo a cosìtanto profonde divergenze di vedute.
Nel supplicare l'E.V. a volersi degnare d'impartirmi quelle ulteriori istruzioni, che nel Suo superiore giudizio giustimasse del caso per il proseguimento delle trattative, m'inchinoRiservandomi di riferire all'E.V. circa l'ulteriore svolgimento di questi così ardui ed incerti negoziati, m'inchino
53r, rechts oberhalb der Betreffzeile hds. von unbekannter Hand, vermutlich von einem Nuntiaturangestellten, notiert: "C".
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 13. Juni 1926, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 20125, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/20125. Letzter Zugriff am: 12.12.2024.
Online seit 29.01.2018.