Dokument-Nr. 2820

Fleischer, Hermann Paul: [Kein Betreff], vor dem 20. September 1919

Da quasi due decenni la Germania cattolica è gravemente inquietata dalla lotta sindacalista. È un fatto doloroso che l'Enciclica "Singulari quadam" non ha potuto ristabilire l'unità nel seno dei cattolici tedeschi. Ancora sempre continua l'aspra guerra della lega dei circoli operai cattolici (sede Berlino) con le sue sezioni professionali, chiamata brevemente la Lega di Berlino, contro i sindacati professionali cristiani.
Questa lotta assunse delle forme specialmente aspre quando le sezioni professionali della Lega di Berlino furono escluse dalla rappresentanza legale operaia prevista dalla legge relativa al servizio ausili. La Lega di Berlino combatte tale esclusione come terrorismo. Però, in riguardo a questo punto, non si deve tacere che la ragione principale di quella esclusione vien data dalla struttura stessa della Lega di Berlino. Difatti, si riconoscono come aventi diritto ad una rappresentanza solo quelle leghe operaie le quali sono dirette da persone professionali. Ora, l'istanza suprema operaia delle sezioni professionali nella Lega di Berlino, ossia la Commissione Centrale, è diretta da un Preside della Lega ecclesiastica, al quale assistono due consultori ecclesiastici. In conseguenza non era possibile ottenere il riconoscimento di queste sezioni come organizzazioni operaie professionali, ed un'ulteriore conseguenza necessaria di ciò era l'esclusione suddetta delle sezioni professionali dalla rappresentanza prevista dalla legge dei servizi ausiliari.
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Un fatto simile accadde allorquando le grandi leghe dei padroni e le organizzazioni professionali delle più varie tendenze formarono le comunanze di lavoro per regolare in via pacifica le relazioni dei salari e del lavoro. In queste società di lavoro si ammettono solo quelle leghe professionali, alla testa delle quali si trovano operai. Ora, essendo le sezioni professionali della Lega di Berlino, come già si disse, nella suprema loro istanza, cioè nella Commissione Centrale, dirette da persone ecclesiastiche e non già da persone professionali, esse non sono riconosciute quali organizzazioni operaie professionali ed in conseguenza non vengono ammesse alla detta comunione di lavoro. Però, non è essenziale ed inerente alla natura di un sindacato professionale cattolico l'essere diretto, nel'istanza suprema, da persone ecclesiastiche. Così, per esempio, nell'Olanda alla testa dei sindacati professionali di carattere cattolico si trovano operai.
Ora, un'organizzazione operaia la quale oggidì non è rappresentata nella comunanza di lavoro suddetta, praticamente non può avere importanza. Se in qualche posto ottiene ancora dei successi locali, può mantenerli soltanto finché si sia formata in una tale professione una comunanza di lavoro. Appena ciò vien fatto, le organizzazioni dei padroni e degli operai che fanno parte della detta comunanza, saranno le sole per regolare le relazioni dei salari e del lavoro. Le organizzazioni professionali escluse dalla comunanza di lavoro, come le sezioni professionali della Lega di Berlino, nelle circostanze attuali non possono più prestare ai loro membri l'aiuto sociale opportuno e sufficiente. Questa, però,
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era la supposizione sotto la quale l'Enciclica "Singulari quadam" raccomandava ai cattolici tedeschi il dovere di promuovere l'organizzazione dei sindacati professionali cattolici.
Per mettere un termine al tale stato di cose insostenibile, il deputato Dr. Fleischer fu autorizzato dalla Commissione Centrale della Lega di Berlino a conferire col Sig. Stegerwald, Segretario generale dei sindacati professionali cristiani, ed attuale Ministro del bene pubblico. In queste conferenze si toccava naturalmente anche la causa la quale aveva prodotta a suo tempo la rottura deplorevole del movimento professionale cristiano ed in conseguenza la separazione dei membri della Lega di Berlino dalle società professionali cristiane e la fondazione di speciali sezioni professionali nei circoli operai cattolici. È ben noto che l'occasione di tutto ciò fu il programma di sciopero puramente sociale, mantenuto allora dai sindacati professionali cristiani.
Dal colloquio col Sig. Ministro Stegerwald, però, il Sig. Dr. Fleischer riportò la convinzione che i sindacati professionali cristiani respingono oggidì tale programma come lo respingono le sezioni professionali della Lega di Berlino, e che essi sono risoluti di rispettare i principi cristiani nell'attività del loro sindacato. Proseguendo le discussioni, il Sig. Dr. Fleischer e il Sig. Stegerwald approvarono di comun accordo un progetto perfettamente conforme con i principi dell'organizzazione professionale cattolica. Sulla base di questo progetto ebbero poi luogo il 3 maggio u. s. nel palazzo del parlamento prussiano delle trattative tra rappre-
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ntanti della presidenza della Lega generale dei sindacati professionali cristiani e della presidenza della Lega di Berlino, e si venne anche ad un accordo. Anche il Principe-Vescovo di Breslavia si mostrò soddisfatto dei tentativi per comporre la lotta sindacalista.
Dato questo stato delle cose, non vi è più alcun ostacolo che potrebbe tener lontano dai sindacati professionali cristiani l'operaio cattolico, e ciò tanto meno che <le>1 sezioni professionali della Lega di Berlino non sono più in grado di prestare ai loro membri l'aiuto sociale sufficiente. Gli operai che si ascrivono a queste sezioni professionali, sperando di trovare ivi una difesa opportuna dei loro interessi professionali, riconoscono ben presto che questa organizzazione è manchevole ed insufficiente sotto il riguardo sociale e si vedono costretti ad ascriversi ad altri sindacati professionali che garantiscono un regolamento efficace delle relazioni dei salari e del lavoro. Se, il [sic] tale condizione delle cose, la Chiesa volesse ancora obbligare gli operai cattolici ed aderire alle sezioni professionali della Lega di Berlino, riconosciute insufficienti sotto il riguardo essenziale e professionale, si esporrebbe al pericolo di suscitare diffidenza in quelli operai cattolici che cercano una difesa seria ed efficace dei loro interessi professionali.
Inoltre il mantenere l'organizzazione professionale della Lega di Berlino renderebbe impossibile il componimento della lotta sindacalistica. Data la loro struttura questa organizzazione professionale anche nell'avvenire non potrebbe essere riconosciuta. In conseguenza, essa resterebbe anche nell'avvenire esclusa dalle comunanze di lavoro e dalla rappresentanza legale operaia corris-
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pondente. Ciò causerebbe nuove lotte spiacevoli. Tutte e due le organizzazioni si disputerebbero a vicenda i membri. Per tali attriti la forza attiva dei sindacati professionali cristiani sarebbe notevolmente indebolita. E ciò sarebbe tanto più rincrescevole che essi agiscono in conformità ai principi cristiani, del quale fatto anche la presidenza della Lega di Berlino ha potuto convincersi.
I sindacati professionali cristiani numerano oggidì 900.000 membri, i sindacati liberi 4.000.000. Di questi ultimi una parte considerevole segue il socialismo indipendente, assai affine allo spartakismo comunistico. Se il movimento professionale cristiano vien ancora più indebolito dalla lotta sindacalistica, non sarà più in grado di aiutare efficacemente, contro i tentativi rivoluzionari dell'ala radicale, quella parte dei sindacati liberi la quale vuol regolare la relazione dei salari e del lavoro in via pacifica per mezzo delle comunanze di lavoro. In conseguenza, questa ala radicale acquisterebbe un influsso sempre maggiore ed i sindacati liberi potrebbero poi finire forse nelle mani del bolscevismo. Per la Germania, dunque, lo sviluppo vigoroso dei sindacati professionali cristiani è una questione vitale di somma importanza. Se, nella vita politica e sociale della Germania, la parte pacifica ed amante dell'ordine degli operai tedeschi deve riacquistare un influsso decisivo, per allontanare definitivamente il pericolo di una rivoluzione bolscevistica, è necessario rimuovere tutti gli ostacoli che impediscono un tale sviluppo vigoroso dei sindacati professionali cristiani.
Ora, il promuovere questo sviluppo non è soltanto
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per lo Stato, ma naturalmente anche per la Chiesa una necessità urgente: poiché il bolscevismo non sconvolge e finisce soltanto l'ordine politico dello Stato, ma minaccia anche l'esistenza della Chiesa. Perciò ambedue, lo Stato e la Chiesa, hanno un interesse uguale di vedere il più presto possibile composta la lotta sindacalistica tra i cattolici della Germania.
Poiché i sindacati professionali cristiani hanno assunto in iscritto, dinanzi alla presidenza della Lega di Berlino, l'obbligo di regolare la loro organizzazione professionale e la loro attività in conformità ai principi cristiani, e che le sezioni professionali della Lega di Berlino non sono più in grado di prestare ai loro membri l'aiuto sociale opportuno, non si dovrebbe più tardare a raccomandare agli operai cattolici della Germania di ascriversi ai sindacati professionali cristiani,2 ed a accennare alla Lega di Berlino che i membri delle sezioni professionali possono liberamente aderire ai sindacati professionali cristiani.
1Masch. eingefügt, vermutlich vom Verfasser.
2Textpassage "Germania […] cristiani" hds. mit roter Farbe am linken Seitenrand markiert.
Empfohlene Zitierweise
Fleischer, Hermann Paul, [Kein Betreff] vom vor dem 20. September 1919, Anlage, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 2820, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/2820. Letzter Zugriff am: 08.12.2024.
Online seit 04.06.2012, letzte Änderung am 10.09.2018.