Dokument-Nr. 47
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
München, 07. Dezember 1923
Regest
Pacelli übermittelt seinen Eindruck vom neuen Reichkanzler Marx, den er während seines letzten Berlinaufenthalts mehrfach traf. Trotz der aufrichtigen Frömmigkeit des Katholiken Marx erwartet der Nuntius von ihm in nächster Zeit keine positiven Schritte zugunsten der Kirche. So reagierte der Kanzler auf Pacellis Vorschlag, angesichts der günstigen Umstände Verhandlungen für ein Reichskonkordat aufzunehmen, bisher stets ausweichend und zurückhaltend und schloss diese letztlich sogar dezidiert aus, da der aktuelle Reichstag ohnehin nicht mehr lange bestehen werde. Pacellis Ansicht nach nimmt der Kanzler, den der Nuntius als ängstlich bezeichnet, nicht ausreichend zur Kenntnis, dass bei Neuwahlen mit einem Stimmenzuwachs bei den extrem linken wie rechten Parteien zu rechnen ist und ein für die Kirche günstiges Konkordat noch unwahrscheinlicher wird. Auch in der Schulfrage scheint Marx keinen Vorstoß für die Konfessionsschule wagen zu wollen, weshalb Pacelli konstatiert, dass der gegenwärtigen Zentrumspartei und ihrer Führung der Eifer ihrer Gründerväter für die katholische Sache fehle. Auf das Bayernkonkordat angesprochen, das der Reichsregierung vorgelegt werden muss, blieb der Kanzler ebenfalls vage, während sein Vorgänger Stresemann dem Nuntius zugesichert hatte, dass die Prüfung durch die Reichsregierung rein formaler Natur sei.Betreff
Sul nuovo Cancelliere del Reich Sig. Marx
Durante il mio recente soggiorno in Berlino ho avuto ripetutamente occasione di intrattenermi col nuovo Cancelliere del Reich, Sig. Marx.
Egli è senza dubbio ottimo e benemerito cattolico, di pietà veramente edificante; tuttavia ho dovuto convincermi che sarebbe un'illusione l'attendere da lui, almeno per ora, un'azione positiva a vantaggio degli interessi della Chiesa. Più volte gli ho chiesto, se non sarebbe opportuno di profittare dell'attuale momento per negoziare rapidamente un Concordato fra la S. Sede ed il Reich, prendendo come base lo schema ormai quasi definitivo di quello prossimo a concludersi colla Baviera, e gli ho dimostrato come (prescindendo da ogni altra considera-
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zione), poiché detto Concordato
costituirebbe una affermazione della unità del Reich, il Governo germanico avrebbe
alla stipulazione del medesimo un notevolissimo interesse politico, massime per riguardo
alle popolazioni del Reno; ma il Sig. Marx mi ha sempre
risposto in modo incerto ed evasivo, e ieri finalmente alla mia rinnovata domanda mi ha più
nettamente dichiarato essere ciò impossibile, adducendo come motivo che l'attuale
Reichstag è ormai vicino alla sua fine. Nel che, nondimeno, il buono, ma timido
Cancelliere sembra non rendersi abbastanza conto che il futuro Parlamento, nel quale, almeno
secondo che comunemente si prevede, entreranno in maggior numero gli elementi estremi di
destra e di sinistra, vale a dire i nazionalisti protestanti ed i
comunisti, sarà probabilmente ancor men favorevole che il
presente all'accettazione di un Concordato vantaggioso per la Chiesa. – Nemmeno per la questione scolastica il Sig. Marx, che lo stesso Osservatore Romano ha testé chiamato "l'apostolo della scuola confessionale", oserà, a quanto sembra,
di intraprendere alcunché. Certamente egli si trova di fronte a difficoltà formidabili di
politica interna ed estera; occorre, tuttavia riconoscere che il Centro attuale ed i suoi dirigenti 34r
sono in gran
parte ben diversi dai grandi fondatori del partito, i quali mercé la lotta coraggiosa
riuscirono ad affermarsi vittoriosamente ed a spezzare la resistenza del Cancelliere di ferro. – Ho parlato altresì al Sig. Marx del progetto di
Concordato per la Baviera, il quale, come è ben noto all'Eminenza Vostra Reverendissima,
dovrà essere sottoposto al Governo di Berlino, affinché questo possa
esaminarlo e constatare che nulla esso contiene in opposizione colla Costituzione germanica, e gli espresso [sic] la ferma attesa che l'attuale
Gabinetto del Reich non muoverà al riguardo alcuna difficoltà. Sono sicuro che
l'attuale Cancelliere non creerà da parte sua imbarazzi od obbiezioni di sorta; nondimeno la
sua risposta è stata anche qui più esitante e meno chiara che quella del suo predecessore
Sig. Stresemann, ora Ministro degli Esteri, il quale senza la minima
incertezza mi assicurò a tal proposito che l'esame in questione sarebbe stato puramente
formale.Tanto era mio dovere di riferire all'Eminenza Vostra, mentre chinato umilmente al bacio della Sacra Porpora con sensi di profondissima venerazione ho l'onore di confermarmi Dell'Eminenza Vostra Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Pacelli Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico