Dokument-Nr. 4932
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
München, 02. November 1917

Regest
Pacelli übersendet ein Schreiben Unterstaatssekretärs von dem Bussches zum Austausch deutscher und belgischer Gefangener. Die nach Frankreich verschleppten deutschen Zivilisten aus Ostafrika befänden sich, besonders die Frauen und Kleinkinder, in schlechtem gesundheitlichem Zustand. Die deutsche Öffentlichkeit fordere Repressalien, falls die Gefangenen nicht in Kürze befreit würden. Der deutsche Botschafter in Madrid sollte den spanischen König um Vermittlung beim belgischen König für einen Austausch bitten und drohen, dass Deutschland nach Ablauf einer Frist bis zum 20. November 1917 Repressalien gegen Belgien und Frankreich einsetzen werde. Die Reichsregierung sei auch für Schritte des Heiligen Stuhls in dieser Angelegenheit dankbar.
Betreff
Scambio dei detenuti civili tedeschi e belgi
Eminenza Reverendissima,
Facendo seguito al mio cifrato No. 23 1 in data di oggi, compio il dovere di trascrivere qui appresso per intero, tradotta dal tedesco, la lettera direttami in data del 30 ottobre p. p. da S. E. il Signor von dem Bussche, Sotto-Segretario di Stato per gli Affari Esteri di Berlino, relativamente alla questione dello scambio dei detenuti civili tedeschi e belgi:
"Mi onoro di fare a Vostra Eccellenza – in relazione al mio Foglio del 23 p. p. settembre – le seguenti ulteriori comunicazioni riguardo alle persone civili tedesche, trasportate dall'Africa Orientale e presentemente internate in Francia.
Secondo notizie concordi, i tedeschi in questione, specialmente le donne ed i bambini, si trovano in condizioni pietose. Esiste serio pericolo che, dopo il lungo soggiorno nel clima tropicale e dopo le privazioni e gli strapazzi del viaggio attraverso tutta l'Africa, una gran parte di essi non possa superare l'inverno nella prigionia. – In tale
45v
stato di cose, la pubblica opinione tedesca si trova naturalmente in crescente agitazione e non sarà possibile trattenersi più a lungo da rappresaglie, se non avviene senza ritardo la liberazione di quei disgraziati tedeschi coloniali.
L'Ambasciatore imperiale in Madrid è stato incaricato telegraficamente, in vista di questo stato di cose, di esprimere a S. M. il Re di Spagna, il quale in maniera cordialissima si adopera per ottenere una soddisfacente soluzione dell'affare, il desiderio del Governo imperiale che egli voglia energicamente insistere presso il Governo belga per l'accettazione delle proposte tedesche (cioè pronta liberazione dei tedeschi coloniali in cambio della libertà ai notabili belgi internati ad Holzminden, e relative trattative fra rappresentanti tedeschi e belgi in Berna per un largo scambio di prigionieri civili).
Simultaneamente, l'Ambasciatore di Sua Maestà deve rendere noto al Re che l'Imperiale Governo si troverebbe costretto a ricorrere ad ulteriori misure di rappresaglia, nel caso che i coloniali tedeschi non vengano liberati prima del 20 novembre di quest'anno. Parimenti ci vedremmo obbligati a rappresaglie <anche>2 contro i francesi in nostro potere, qua-
46r
lora il Governo francese, il quale è responsabile del cattivo alloggio e trattamento dei tedeschi dell'Africa Orientale, non faccia introdurre presto un miglioramento. Che se il Governo francese, come noi abbiam motivo di credere, ne impedisse la liberazione, le ulteriori misure di rappresaglia colpirebbero in modo particolare i francesi.
Per il vivo interesse che V. E. personalmente e la Santa Sede prendono alla felice soluzione dell'affare, non ho voluto mancare di metterLa al corrente dell'attuale stato della questione. Non è necessario far rilevare che il Governo tedesco saluterà sinceramente ogni ulteriore passo della Santa Sede, che <il quale>3 sia atto a risolverla<e> <la vertenza>4 nel senso delle proposte tedesche, e con ciò non solo a rendere la libertà ai tedeschi dell'Africa Orientale, come pure ai notabili belgi trasportati ad Holzminden, ma anche a risparmiare al Governo tedesco la necessità di causare disagio ad altre innocenti persone civili con nuove misure di rappresaglia. – Gradisca l'E. V. ecc.".
Dopo di ciò, chinato al bacio della S. Porpora con sensi di profondissima venerazione ho l'onore di rassegnarmi
dell'Eminenza Vostra Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico
1"N°. 23" hds. unterstrichen, vermutlich vom Empfänger.
2Nachträglich masch. eingefügt.
3Hds. gestrichen und eingefügt von Pacelli.
4Hds. gestrichen und eingefügt von Pacelli.
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 02. November 1917, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 4932, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/4932. Letzter Zugriff am: 08.10.2024.
Online seit 24.03.2010, letzte Änderung am 29.09.2014.