Dokument-Nr. 7421
Gasparri, Pietro
an Pacelli, Eugenio
Vatikan, 13. September 1919
Regest
Bezugnehmend auf das von Diego von Bergen übersandte Memorandum, in dem gefordert wird, dass die katholischen deutschen Arbeiter in christlichen Gewerkschaften organisiert werden, übermittelt Gasparri Pacelli seine Antwort. Eine solche Forderung sollte nicht aus der Politik vorgetragen werden, sondern von den zuständigen kirchlichen Amtsträgern, also Michael Korum oder Adolf Kardinal Bertram. Zudem stechen im Memorandum keine neuen Argumente für die teilweise Außerkraftsetzung der Enzyklika "Singulari quadam" hervor. Die Schwierigkeiten, die bei der Besetzung der Leitung der katholischen Arbeiterverbände mit Sitz in Berlin hervortreten, waren bekannt; um diese zu umgehen, könne man die Leitung an Laien übertragen, sofern der gesamte Verband katholisch und der kirchlichen Amtsgewalt untergeordnet bleibt. Schließlich erscheint es als nicht notwendig, dass der Heilige Stuhl eine Stellungnahme abgibt, da die Enzyklika "Singulari quadam" im Deutschen Reich als wesentlich mehr als eine Erlaubnis an die Arbeiter, sich in konfessionslosen Gewerkschaften zu organisieren, interpretiert worden ist. Nach den Klagen Kardinal Georg von Kopps sah sich der Heilige Stuhl gezwungen, den Bischöfen geheime Instruktionen zu erteilen, damit diese nicht für die konfessionslosen Gewerkschaften werben. Währenddessen gelang es der Kölner Zentrale, immer mehr Arbeiter für sich zu gewinnen. Nach dem Tod von Kopps und Franz von Savignys sowie der Erklärung des Breslauer Klerus gegen die Methoden der Berliner Zentrale erschien diese handlungsunfähig. Daher befürchtet der Heilige Stuhl, man wolle von ihm eine Stellungnahme für andere Zwecke erwirken. Die Geheimhaltung einer Teilaufhebung wäre kaum möglich und würde zu Kritik am Heiligen Stuhl führen. Gasparri weist Pacelli an, ihm seine Meinung zum Memorandum und obiger Angelegenheit mitzuteilen.[Kein Betreff]
Sua Eccellenza il Signor Von Bergen



Da una sommaria lettura del Memorandum sorgono spontaneamente i seguenti riflessi: Anzitutto sarebbe desiderabile che una richiesta così delicata ed importante, anziché venire dal noto Deputato Fleischer, pel tramite del Governo



319v
son note le
simpatie per i Sindacati aconfessionali.In secondo luogo non sembra che nel Memorandum si adducano, in sostanza nuove e gravi ragioni per la richiesta deroga all'Enciclica


Infine, prescindendo da varie inesattezze, (come quella che riduce l'opposizione delle due Centrali di Berlino e di Colonia alla diversa dottrina circa lo sciopero) ed anche presupposte le ragioni addotte nel Memorandum, non sembrerebbe necessario né opportuno che intervenga ora la Santa Sede, sia pure con una dichiarazione privata. È noto infatti che la Singulari quadam fu interpretata in Germania ben più che un permesso agli operai di ascriversi ai Sindacati aconfessionali, per cui i Berlinesi si dolsero vivamente che essa veniva completamente sabotata.
320r
In seguito alle doglianze dell'Emo.
Cardinal Kopp
Dopo la morte dell'Emo. Kopp e del Sig. V. Savigny

Sorge quindi il timore che si voglia ora provocare una dichiarazione della Santa Sede per altri scopi. Uno di essi potrebbe forse anche essere, ad esempio, quello di vincolare gli operai non tedeschi, eventualmente aderenti alla Lega di Berlino, ad una Centrale Nazionale te-
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desca, com'è quella di Colonia. E non è neppure da
trascurarsi il pericolo che una deroga qualsiasi da parte della Santa Sede alla Si n
gulari quadam (deroga che difficilmente potrebbe mantenersi segreta, come la
esperienza ha tante volte dimostrato) possa suscitare delle critiche contro la Santa Sede
medesima.Attesa quindi la grande delicatezza dell'argomento e la ben nota competenza di V. S. Illma nella materia, La interesso di prendere in attento esame il Memorandum e di restituirmelo poi facendomi conoscere francamente e senza riserve il Suo savio avviso al riguardo.
Profitto ben volentieri della occasione per rinnovare alla S. V. i sensi della mia distinta e sincera stima e raffermarmi
della S. V. Illma
affmo per servirla
P. Card. Gasparri